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PASSATO La nostra avventura inizia dentro il passato, in una terra ricca di storia, piena dei segni dell'uomo e della natura. Il passato ci informa e ci stimola, ci insegna ad allungare l'esistenza in un passaggio di consegne che sentiamo necessario ed elettrizzante. Prendiamo la scena per essere protagonisti, perché anche noi possiamo provare a vincere il tempo dandogli il giusto significato. PRESENTE Per guardare dentro il passato si possono leggere i libri, ma anche i fenomeni scritti sulla pelle, con l'eleganza di un tatuaggio che non si vede, che cambia ogni momento e che sfugge alla banalità di lesioni sporche d'inchiostro. Così abbiamo percorso cento volte senza noia il tracciato del fiume Rio La Grotta e del suo affluente fino al mulino in contrada Risignolo, che riforniva il paese e le masserie del vicinato collegandosi ad essi con sentieri inerpicati sulle rocce o immersi nella vegetazione spontanea di ogni tipo. Abbiamo scoperto l'unico posto dove cresce l'origano selvatico, senza saper spiegare perché proprio e solo lì. Abbiamo riconosciuto il bosco, pur non essendo mai vissuti tra i boschi, tanto forte e caratteristico è il suo odore, varia e vigorosa la sua vegetazione. All'inizio l'avevamo quasi snobbato perché di estensione limitata, accidentato e con alberi spogli e scapigliati. Poi lo abbiamo esplorato e riesplorato, lo abbiamo frequentato, lo "abbiamo passeggiato", lo "abbiamo lavorato", lo abbiamo ascoltato ed osservato, lo abbiamo incontrato e lo abbiamo accarezzato. Finalmente l'abbiamo capito e amato, scoprendo che eravamo dentro un vero bosco di nobili e forti querce, con il suo clima, i suoi animali selvatici e le sue specie vegetali. Abbiamo ricostruito la storia degli ulivi secolari, distrutti dall'ignoranza di chi decise di piantare intorno ad essi l'agrumeto senza rispettare le giuste distanze, e da quella di chi decise di tagliarli per far spazio agli aranci divenuti adulti. Alcuni di questi ulivi sono ancora vivi pur se tagliati o bruciati decine di volte. Li abbiamo innestati con successo ricavando in certi casi alberi che avranno una parte archeologica monumentale simile ad una scultura ed un'altra derivata da una sua radice laterale che vivrà e crescerà e porterà le sembianze e i frutti del suo progenitore. FUTURO Nel tempo trascorso fin qui ci siamo dedicati principalmente alla riconquista, alla bonifica e al controllo del territorio, mantenendo e valorizzando tutto quello che c'era, compreso una cinquantina di mandorli malandati sparsi qua e là, unici superstiti di un mandorleto di 1200 piante. Sono stati recuperati anche quelli mutilati dagli incendi e poi deformati da una crescita senza controllo. Gli alberi come le persone ci interessano così come sono, non solo come produttori di frutto o di reddito. Ogni pianta come le persone è unica, ha sembianze riconoscibili, porta il segno dell'età, della gioia e della sofferenza, descrive i movimenti propri e quelli altrui, manifesta i suoi progetti, ti osserva...e resta in attesa dei tuoi progetti, apprezzando l'interesse che mostri per il lavoro e per la vita. Una volta stabilito questo rapporto con il territorio e con il paesaggio, diventa facile anche programmare le attività produttive: è il territorio stesso a dirti cosa devi fare, a meno di voler spianare le colline con una grossa ruspa e ricavare l'ennesima industria agricola che produce foraggio per supermercati. Questo è un territorio particolare, sicuramente centro nevralgico di un sistema sociale e produttivo autosufficiente che si è tramandato da tempi immemorabili. I primi insediamenti abitativi furono ricavati dentro le rocce sui fianchi collinari esposti a mezzogiorno al riparo dai venti di tramontana. Non sappiamo quale epoca immaginare, ma per ognuna ritroviamo le tracce e la logica di una vita organizzata dentro un territorio dove c'è ventilazione e sole, terra fertile da coltivare, l'acqua, il legno, le pietre tenere di tufo, le pietre vulcaniche, la fitta macchia, le praterie e la selvaggina da cacciare. Più tardi apparve il mulino e le tenute agricole grandi e piccole, le vigne, gli uliveti, i mandorli e poi le arance. Non sappiamo chi fossero gli abitanti di turno di questo posto: guerrieri, contadini, padroni, servitori, viandanti o cacciatori. Ci piace immaginarli ognuno dentro realtà diverse ma tutti consapevoli di sentirsi a casa propria. |
ad abitare la natura
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a lavorare
non per sentirsi utili, ma per diventarlo
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a salvare senza fare gli ambientalisti |
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