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COSTRUZIONE DI UNA PERGOLA PER GLICINE

con pali rustici di ulivo

aggiornamento: Aprile 2013

Questo glicine proviene da una casa di un borgo rurale di Acireale, che un' anziana signora ci ha donato insieme ad altri oggetti e utensili, prima di avviarsi verso l'ultimo viaggio, che essa stessa sentiva ormai imminente. Lo abbiamo piantato che era ridotto ad un ceppo semisecco e insignificante, nel giro di un paio di anni è letteralmente rinato, E' venuto il momento di costruirgli una struttura dove arrampicarsi, una pergola che potremo usare come zona d'ombra d'estate. Abbiamo deciso di utilizzare grossi rami di ulivo provenienti da una potatura recente. Per tale lavoro ci piaceva l'idea di utilizzare materiali e forme del tutto naturali e abbiamo scelto l'ulivo, che è anche molto duro e resistente alle intemperie

Per  prima cosa abbiamo essiccato sul fuoco la parte dei pilastri che

va infissa nel terreno, è una bruciatura intensa ma non troppo profonda.

Così si evita il marciume provocato dall'umidità persistente del terreno

Abbiamo eseguito sei fori di diametro 35cm profondi 40

per piantare sei pilastri sul perimetro di un rettangolo di circa metri 4,50 x 2,50,

che è la superficie che abbiamo deciso di coprire

Il particolare del foro, alla base va sistemata una pietra piatta larga

almeno quanto la base del legno-pilastro, essa fa da fondazione, evita che

il pilastro sprofondi nel terreno a che sia a contatto con lo stesso

il pilastro è stato bloccato con pietre laviche di forma squadrata inserite a incastro

 fra il legno e la buca, non si deve usare terra. In questo modo l'acqua piovana

in parte verrà assorbita dal fondo, in parte potrà evaporare attraverso le pietre 

I sei pilastri sono piantati, abbiamo aggiunto dei ciottoli alla base, per terra abbiamo preparato le travi sempre di duro  ulivo, che anche se contorte come i pilastri, assicurano un'ottima resistenza e longevità, le connessioni sono realizzate con grosso fil di ferro da carpenteria, spessore circa 2,5 mm.

Ai pilastri sono state applicate delle prolunghe, su cui poggia il graticcio

superiore di canne che sosterrà il glicine, lo stacco di circa 50 cm permetterà ai

fiori di pendere verso il basso senza coprire le nostre teste,

i pilastri fuori terra sono alti poco più di 2 metri

Il lavoro è stato eseguito in meno di due giorni a costo zero. Volevamo usare l'ulivo con le sue contorsioni naturali perché queste forme in natura reggono pesi considerevoli senza spezzarsi, oltre che primo esperimento di uso di legno naturale non lavorato cioè non ridotto in tavole, pali o travi. Questo vuol dire meno lavoro e meno spreco di risorse e un fattore estetico che ci riporta al fascino dell'architettura spontanea, che usa pietre, legni, foglie, canne, paglia, terra e quanto sia disponibile in abbondanza in un territorio più ricco di natura e di uomini e povero di fabbriche.

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