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Ricostruzione di un muro portante a secco in pietra naturale. Il muro accanto agli alberi di kaki.

 

Cominciamo col dire che i muri non sono tutti uguali, specialmente quelli a secco.

Prima distinzione: il muro può essere portante, cioè che ha una funzione di sostegno, oppure semplicemente di rivestimento o delimitazione. Nel primo caso il muro deve essere molto robusto ed assolvere ad una funzione strutturale specifica, nel secondo caso il muro deve reggere solo il proprio peso.

Seconda distinzione, il materiale: può essere in blocchi squadrati in forme regolari o a "spacco di cava", così come viene dalla rottura naturale in pezzi. Questo muro doveva essere ricostruito com'era, cioè in blocchi di pietra naturale e sostenere il peso della terreno che funge da rampa d'accesso alta da metri 0,50 a circa 2,70. Perciò la combinazione più difficile: materiale irregolare, funzione di massima utilità e importante sollecitazione statica.

Terzo aspetto, non meno importante: la volontà di rivedere il vecchio muro com'era duecento anni fa. Tutto quello che era recuperabile doveva essere recuperato, le giunzioni fra vecchio e nuovo dovevano essere invisibili, i materiali rigorosamente quelli del luogo. Siamo riusciti nel nostro scopo? Non so, vediamolo insieme.

 

Il muro reggeva una strada di m. 4,50, oggi  di 2,5, da cui si va nella zona delle abitazioni e del magazzino

I pochi resti del vecchio muro sotto i kaki ancora acerbi,

primo lavoro pulire la base e accantonare le pietre.


Shelley cerca di convincere il muro ad alzarsi da solo

poi dimentichiamo il tempo ed iniziamo a lavorare

Il lavoro di pulitura è molto lungo e faticoso, più che pulire si tratta di sgomberare un bel po'di materiale, terra, pietroni e arbusti, ben compattatosi negli anni a formare una scarpata ben solida.

La scarpata assolve lo stesso al compito di reggere la strada, che però si è quasi dimezzata in larghezza. e certo non è un bel vedere un cumulo informe di materiali vari, al posto di un bel muro a secco di pietre naturali.

Abbiamo una vaga idea del lavoro da fare, nessuna idea del tempo, ma neanche nessuna scadenza e tanta voglia di fare. Si procede per tratti ripulendo dai materiali e scavando la base del muro per circa 30/40 cm, cercando uno strato di terreno più compatto.

 La posa delle prime pietre: ce ne son volute 1800,

ma nessuno ne sapeva niente.

Il crollo del muro in quel punto ha ridotto la strada di due metri, pensiamo di rifare solo quel tratto.


Si procede per piccoli tratti, con la tecnica del "cuci e scuci" rispettando la sagoma preesistente.

Il lavoro è faticoso, le pietre sono pesanti, occorre maneggiarle più volte fino a trovare la giusta posizione
Il lavoro è lento, le pietre sono tutte diverse, si procede per strati, regolarizzando ogni volta il piano di posa,    ma è così che si deve fare, per lasciare pochi vuoti
e non far muovere le pietre, notare il forte spessore.
 
Soddisfazione e coraggio aumentano, decidiamo di fare tutto il muro, ma abbiamo consumato tutte le pietre,
 
  inizia un'altro lavoro: ricerca e trasporto delle pietre,
in giro per il territorio e intanto i kaki sono ben maturi.

Non abbiamo il camion con la gru, solo una Land
Rover 110 e le braccia forti per le pietre da venti chili.

Le pietre in mezzo alla terra sono crollate dalla parte alta del muro: tutte rimosse, accantonate e riutilizzate.
Liberiamo la base dalla terra e prepariamo la posa della fondazione, l'amico di Kyoto ci dà un grosso aiuto.
Il piano di fondazione scende in basso a cercare terra compatta e si allarga per circa 70 cm.

Le pietre di fondazione, scelte fra le più grosse, dure, pesanti e di forma più o meno regolare.

Non lavoriamo tutti i giorni, ci sono altri lavori da fare, bastano tre giorni alla settimana e non fermarsi mai.


Il lavoro è minuzioso, si cerca la composizione ad incastro e a sfalsare, per bloccare le pietre in più punti.

Passano le settimane, i kaki sono finiti e le foglie d'autunno sono cadute, ma IL MURO SI ALLUNGA


SI ALZA
 

SI COMPATTA (bello, eh?)
Il muro è bello, utile e forte  Il collaudo senza strumenti è temerario,  ma non si è mossa una sola pietra!
 
2) L'inclinazione si ottiene inclinando un po' le pietre e arretrando ogni strato di un paio di cm per volta.

I PRINCIPI FONDAMENTALI DA RISPETTARE
1) Cercare la giusta inclinazione sulla verticale (disegno a sinistra). Se è troppa il muro si "appoggia" troppo alla terra, che non è stabile nel tempo. Quando è poca, la terra spinge troppo sul muro, rischiando di ribaltarlo.

3) Rispettare il principio dei corsi sfalsati (disegno a destra), cioè ogni pietra deve posizionarsi non specularmente sopra o accanto un'altra pietra, ma sulla congiunzione fra le due sottostanti o contigue.

4)Prospetto (disegno a destra): procedendo verso l'alto: pietre di base grandi e pesanti, poi medie e medio-piccole, poi di nuovo grandi, poi medie.

5) Pianta-sezione (a destra): Pietre grandi in doppia fila, cercando l'incastro per non farle uscire in avanti. Di tanto in tanto una pietra lunga per tutto lo spessore del muro. Poi le pietre tonde medie e piccole costipate a mano, infine la terra.

Cosi tutto partecipa alla stabilità e alla resistenza: Pietre apparecchiate, pietre di riempimento, terra.
IL MURO E' FATTO! perchè non sappiamo sognare..
senza lavorare.
Grazie a Luciano, Shelley, Carlo, Lorenzo, Keyske, Benjamin, il muro parla italiano, inglese, giapponese e francese.
Grazie alla collina che ci ha dato le pietre, la Land Rover che le ha trasportate, il gallo che ci ha fatto compagnia, i caki per le merende al volo e le zanzare che ci hanno tenuto vigili e reattivi.

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